20121230_111219

Peppo è uno spezzer buono, affettuoso, elegantissimo quando è fermo. Cane di taglia assai grande dalle origini sconosciute, probabilmente figlio di un levriero afgano gigante con parenti a Livorno, acquistato al raduno commemorativo di Woodstock nel 1994, e di uno spinone femmina proveniente dalla muta di Windsor, poi ceduto a un giardiniere marsigliese per scarse doti venatorie e comportamenti equivoci, vanta un pedigree redatto a mano su un foglio di carta intestata della farmacia De Cumis di Torre dell’Orso, e suona così: NOME: Giuseppe Secondo detto Peppo, figlio di Rambo dell’Ornellaia e di Lady Beatrice dei Duchi di Cornovaglia, poi ribattezzata Monique; RAZZA: in attesa di certificazione ENCI, e comunque Spezzer tricolore (black, wihte and shining red) taglia grande a pelo lungo; ALTEZZA AL GARRESE: 92 centimetri; coda a spazzolone; orecchie flosce; andatura in taglio obliquo; sguardo mite e talvolta assente. PARTICOLARITÀ: fumatore. Ultimo arrivato nella famiglia canina dei De Cumis, che comprende Arturo, un coker spaniel, i due terranova Morando e Lìmito, Balù, un bovaro del bernese, Luna, un pastore belga femmina, i due maltesini Molly e Sandokan, e il border collie Principe William. Peppo si è rivelato subito un bel cucciolo affettuoso e giocherellone, forse un po’ maldestro, non avendo ancora avuto, d’altro canto, un’istruzione completa nell’uso delle coordinate topografiche e del calcolo matematico. La combinazione degli atomi aggregati in molecole formanti le cellule portatrici dei geni spezzer non è solo frutto del destino crudele e baro: Peppo è in realtà uno dei tanti esperimenti avviati dalla Fedra De Cumis, madre del Leopoldo di cui si è detto, dedita ad incrociare esemplari acquistati durante i suoi frequenti viaggi in giro per il mondo, al fine di ottenere nuove razze canine da compagnia, che uniscano al pregio dell’aspetto elegante e raffinato straordinarie doti di carattere. Con gli altri cani Peppo si è sempre dimostrato effettivamente buono, generoso e paziente: accetta gli scherzi con un innato senso dell’ironia e non s’impermalisce nemmeno quando i due maltesi lo imitano camminando di lato e alzando una gamba all’unisono, con la mossa tipica delle gemelle Kessler. È sempre di buon umore, affettuosissimo e gentile con i bambini, pronto al richiamo con i padroni, ai quali manifesta i suoi entusiasmi portando le pantofole in bocca all’ora della passeggiata, gli stivali da cavallo allo scoccare della mezzanotte, le galosce da pioggia in pieno agosto e le infradito quando fuori cadono abbondanti fiocchi di neve. Nessuno se la prende con lui per questi abbagli, tanta è la simpatia che trapela dalla sua mite faccia canina, con la lingua penzoloni da un lato e gli angoli della bocca sempre rivolti all’insù, in un sorriso perenne. Dai quattro ai sei mesi Peppo ha sgranocchiato un Vacheron Costantin da collezione con tutto il cinturino in coccodrillo, si è esercitato nel suo sport preferito, la scivolata incontrollata, contro la cristalliera della collezione Wedgwood ereditata dalla zia Guenda maritata a Oxford con un antico compagno di università, e ha seppellito nella vigna il biglietto cumulativo da 48 ingressi per il parco acquatico del “California’s Great America”. A sei mesi, per amicizia, Peppo ha leccato i piedi di Leopoldo mentre quest’ultimo dormiva nel seggiolone: il piccino si è svegliato di soprassalto sbilanciandosi tutto a sinistra, lesto Peppo ha cercato di rimediarla afferrando il pargolo per un braccio e scaraventandolo, sempre per amicizia, bene inteso, dritto sul pavimento in pietra leccese, con appresso il trespolo su cui stava appollaiato il piccolo, la ciotola dell’omogeneizzato con carne e la cavia peruviana di peluche, da cui il Leopoldo non si separava mai. Una corsa in ospedale, tre punti di sutura al mento dell’umano, sei alla zampa canina e l’incidente si chiuse lì. Fu solo al compimento del settimo mese che ebbe inizio la faccenda dei sigari. Ma di questo dirò la prossima volta.

PicsPlay_1357224882472Nunzia Palmieri