Ho sempre vissuto la storia dei gemelli divini, Luther e Johnny Htoo, con una certa urgenza. La prima volta che ho incontrato i fratelli Htoo è stato alle medie, quando ho trovato un articolo di Enzo Baldoni, un adulto attento (assassinato in Iraq nel 2004 mentre lavorava come reporter freelance) che raccontava quella guerriglia, capitanata da due ragazzini, due coraggiosi guerrieri della mia età, così come l’avrei raccontata io. Era il 2000. Poi, un anno dopo, la notizia della resa, seguita da altre voci nel 2006. Tutto sembrava essersi concluso nel peggiore dei modi, finché è arrivata la vera chiusa della vicenda, nell’inverno del 2013. Sono passati dieci anni, eppure le informazioni in proposito sono sempre frammentarie, limitate a un dato avvenimento e a un dato momento: il potere immaginifico di questi ragazzini sperduti sembra essere così forte da eliminare qualunque contestualizzazione storico-politica e qualunque riflessione critica intorno alla partecipazione di milizie di bambini e ragazzini ai conflitti armati. Luther e Johnny Htoo chiamano a gran voce la leggenda, mentre la loro storia è profondamente legata alla questione etnica e alle dinamiche di una guerra di poveri che da secoli dilania la Birmania.

Per cominciare dobbiamo parlare del popolo Karen, un popolo antico di origine mongola che ha occupato le terre birmane intorno al 700 avanti Cristo, una minoranza etnica cristiana (battista e cattolica) non così piccola: 7 milioni di persone su una popolazione di poco più di 50. I Karen, durante la Seconda Guerra Mondiale, si sono schierati dalla parte britannica e per questo sono stati massacrati su ordine della giunta militare birmana a partire dal 1949. In seguito i massacri sono continuati nella lotta dei Karen per l’indipendenza, in una carneficina lunga sessant’anni. La Birmania è infatti composta da un centinaio di etnie, la maggior parte delle quali confluite sul territorio durante il periodo colonialista inglese, che, con la fine della guerra e la stipulazione di un trattato post-coloniale, avrebbero dovuto dividersi il territorio in stati federati. Inutile dire che il governo di Rangoon non ha mai rispettato i termini.

La guerriglia tra la giunta militare e il popolo Karen, inaspritasi sul confine tra Birmania e Thailandia, e le continue perdite e deportazioni, hanno indotto i ribelli Karen a reclutare soldati di volta in volta più giovani. È qui che nasce la leggenda dell’Armata di Dio, un esercito comandato da due gemelli battisti di circa dieci anni, Luther e Johnny Htoo. Intorno al 1997 i villaggi Karen – colpevoli, tra le altre cose, di trovarsi in una regione di interesse per il passaggio di gasdotti – subiscono un’ingente offensiva dell’esercito birmano, che ne decima la popolazione. È in corrispondenza a questi attacchi che Johnny Htoo sente delle voci che gli predicano pentimento e ascesi e, con il fratello Luther, guida cinque ragazzini all’attacco di un avamposto dell’esercito. L’azione ridà speranza ai Karen, che ripongono una fede superstiziosa nella piccola milizia favorendo la crescita dell’armata ribelle, che raggiunge velocemente un numero tra i duecento e i cinquecento soldati – tutti tra i 12 e i 18 anni e per la maggior parte analfabeti. Si moltiplicano anche le leggende, si dice infatti che i gemelli siano invulnerabili alle pallottole e al loro fianco combattano gli spiriti di cinquemila guerrieri. Nonostante questa aura mistica, la disciplina nell’Armata di Dio è molto rigida e Luther e Johnny pretendono dai loro soldati la castità e il rifiuto di alcol, uova e maiale.

I media tacciono a lungo sulla questione, finché i riflettori sulla vicenda si riaccendono in seguito alla pubblicazione di una foto dei due fratelli e all’occupazione di un ospedale, nel gennaio 2000, da parte di un gruppo ribelle affiliato – anch’esso composto da ragazzi, tutti giustiziati al momento dell’arresto. L’attenzione mediatica non è però gradita dal Tatmadaw, l’esercito birmano, che in risposta inasprisce gli scontri: il villaggio di Ka Mar Pa Law, base dell’Armata, viene raso al suolo e i gemelli diventano vittime di una caccia all’uomo senza tregua.

Passa un anno e l’esercito di bambini è ridotto a poche decine di soldati: tra il 15 e il 16 gennaio Luther e Johnny si consegnano all’esercito birmano, congiunto con quello thailandese. I due gemelli, forse per evitare pene maggiori, smentiscono di possedere alcun potere soprannaturale e vengono consegnati a un campo di accoglienza thailandese, in cui già altri bambini Karen sono stati sfruttati in bordelli e fabbriche-lager. Eppure la vicenda dei gemelli divini non termina così. Difatti dopo qualche anno Johnny lascia il fratello Luther al campo profughi di Ban Don Yang per riprendere la guerriglia con altri otto ex combattenti dell’Armata di Dio. Un tentativo dall’esito fallimentare e dalla breve durata: nel 2006 Johnny, ormai ventunenne, si riconsegna all’esercito.

È a questo punto che si perdono le tracce dei gemelli Htoo e per anni l’ipotesi più accreditata resta che siano stati giustiziati o, nel migliore dei casi, abbandonati a un futuro di miseria in un campo profughi. Le ultime notizie, insperate e che hanno dell’incredibile, risalgono all’ultimo inverno. Luther e Johnny, ormai venticinquenni, negli ultimi anni sono stati separati e hanno vissuto delle esperienze agli antipodi, ma finalmente si sono ritrovati.

Luther, dai campi di accoglienza, è finito in Svezia – e non potremmo immaginare posto più diverso per vita e cultura dalla sua terra natale – dove è stato adottato e ha potuto studiare economia e storia. Ora è tornato in Thailandia dal fratello Johnny che, vittima di un destino molto più crudele, per tutti questi anni è rimasto nelle mani dei birmani. Le differenze tra i due spiccano nelle foto di oggi come di allora e Luther, ormai abituato a viaggiare e a vivere nel mondo, sta cercando di aiutare Johnny a raggiungere la madre in Nuova Zelanda, ma i tempi sono lunghi e la burocrazia canaglia. In ogni caso i due gemelli, non più divini, sono ancora insieme e miracolosamente sopravvissuti a un’avventura lunga e potenzialmente mortale. Lo stesso non si può dire dei loro compagni, ragazzini anch’essi, la maggior parte dei quali ha trovato una morte terribile e precoce nel tentativo di difendere il proprio popolo. D’altronde, come ha detto Luther in una recente intervista, «Nessuno vuole combattere, a meno che non sia costretto a farlo» e finalmente i due gemelli Htoo possono costruirsi una vita lontani dalle armi e dagli articoli di giornale.

Fonti:

Enzo Baldoni, La crociata dei bambini, «Specchio» n.213, 19 febbraio 2000

La guerra impossibile delle minoranze etniche, «Erewhon»

Guido Rampoldi, La resa dei bambini guerriglieri, «la Repubblica», 17 gennaio 2001

La resa di un bimbo soldato, «Peace reporter», 31 luglio 2006

Massimiliano Ferraro, Birmania: la guerra impossibile dei bambini magici, «Il Giornale del Friuli», 6 marzo 2010

Fabio Polese, Karen, la guerra segreta in Birmania, «Lettera 43», 18 febbraio 2013

Raimondo Bultrini, Il ritorno dei gemelli divini, «la Repubblica», 3 Novembre 2013