di Alice Maggioni
Milano raccontata attraverso la pellicola. Una Milano retrò, quasi nostalgica, reduce dal boom economico degli anni 50-60, in cui la criminalità organizzata era avvertita come reale pericolo e la cronaca nera era, tragicamente, spunto per storie e sceneggiature che segneranno la storia del cinema italiano. La prima edizione del B-Movie Festival celebra e riporta alla luce questi lungometraggi nati, potremmo dire, per le strade milanesi e dai titoli dei quotidiani, i cui personaggi sono ormai entrati nell’immaginario collettivo, definendo quello che è ormai un vero e proprio genere cult.
Numerose le personalità del cinema che si sono susseguite in questi primi giorni della rassegna, arricchendo così di spessore e valore artistico la bella manifestazione organizzata dalla giovane associazione culturale Aftersix. La prima giornata di inaugurazione, mercoledì 14 novembre, ha visto protagonisti Stella Gasparri, figlia dell’attore Franco Gasparri e Danilo Massi, figlio del regista Stelvio Massi; gli interventi erano coordinati da Fulvio Fulvi, autore del libro Poliziotti senza paura. Stelvio Massi e il cinema d’azione, incentrato, appunto, sul genere poliziottesco e sui suoi protagonisti. È stata una serata assolutamente imperdibile per gli appassionati del genere; oltre a veri e propri tuffi nel nostro passato prossimo, gli ospiti hanno regalato al pubblico numerosi aneddoti e curiosità sui film girati dai rispettivi genitori, donando un punto di vista che raramente è possibile ritrovare nei manuali. Un festival del cinema, certo, ma con una forte impronta umana, in cui non si è parlato solo di tecnica di montaggio e di produzione, ma anche e soprattutto dei volti che si celano dietro la macchina da presa. Emerge così il lato timido dell’attore e divo di fotoromanzi Franco Gasparri, scomparso nel 1999; si scoprono i retroscena delle scene più movimentate, di forte impatto ancor oggi, a maggior ragione se si considera l’anno di produzione e le tecnologie allora disponibili.
La serata non poteva che continuare con un film diretto, appunto, da Stelvio Massi e con protagonista Franco Gasparri: Mark il poliziotto. Davanti alla sala ancora gremita di gente è stato poi proiettato il documentario Un volto tra la folla di Stella Gasparri, dedicato alla vita e alla carriera del padre. Il valore artistico e la sensibilità con cui è stato diretto sono stati sicuramente percepiti dagli occhi del pubblico che, come poche volte, ha potuto assistere ad un pezzo di storia del cinema nostrano e di cultura popolare raccontati dall’interno. Si è passati così dai racconti di un Franco Gasparri ancora ragazzino e della sua infanzia, a immagini dei fotoromanzi che, sicuramente, i più nostalgici ricordano ancor’oggi con un sorriso. Dal fotoromanzo al cinema, la fama raggiunta in breve tempo e divenuta subito un fenomeno di massa. Poi la tragedia, del fisico ma non dello spirito, che ha messo fine alla sua carriera. Ricordi dei parenti, di personaggi famosi che lo hanno conosciuto ma anche della panettiera che, dietro il bancone, non si perdeva nemmeno un numero dei fotoromanzi della Lancio per vedere quel volto indimenticabile, un volto tra la folla, appunto.
La serata di venerdì 16 novembre, dove ancora una volta eravamo presenti, ha avuto l’onore di ospitare, anche se solo telefonicamente, Carlo Lizzani, pietra miliare della pellicola e collaboratore dei più grandi registi e produttori internazionali. Intervistato da Raffaele de Berti, docente di storia del cinema presso l’università Statale di Milano, Lizzani ha testimoniato gli esordi di un genere cinematografico molto attaccato ai fatti di cronaca, ponendo un vero e proprio punto di svolta con la sua opera Banditi a Milano, proiettata al termine della conferenza.
La personalità attiva e vivace del noto regista ha catturato il pubblico, che ha poi potuto dialogare con Lizzani non solo del film, ma anche delle sue esperienze cinematografiche a fianco di figure importanti come Pasolini. A seguire, il documentario Milano settanta, diretto da Davide Fois, ha accompagnato il pubblico in un viaggio nel tempo, nell’ambiente milanese degli anni ’70 in cui cronaca e cinema spesso si fondevano; in cui si è passati da una criminalità principalmente non violenta ad una vera e propria esplosione di aggressività, che ha portato la città lombarda ad essere paragonata ad una nuova Chicago.
Queste sono solo due delle cinque serate che i ragazzi dell’associazione Aftersix hanno organizzato per rendere omaggio non solo ad un genere cinematografico spesso poco ricordato, ma anche per sottolineare l’importanza che Milano ha avuto in questo sviluppo; mai come allora le vie cittadine erano veri e propri spunti creativi per registi e sceneggiatori che hanno saputo evocarne il lato noir rendendo la città e l’epoca noti nel resto del mondo.
Il weekend sarà ancora pieno di appuntamenti a cui la Balena Bianca non mancherà di certo. Sabato 17 novembre il festival inizierà alle 16.00 con la proiezione del documentario Eurocrime! The italian cop and gangster films that ruled the ’70s di Mike Malloy. La serata sarà poi dedicata a Umberto Lenzi, a partire con la presentazione del suo nuovo libro Spiaggia a mano armata alle 18.00; seguirà poi un dibattito tra il noto regista e Max Croci, autore televisivo, sulla tematica del noir italiano con, al termine, alle 20.45, la proiezione del film Milano odia: la polizia non può sparare, che vede Lenzi alla regia. In ultimo, il documentario di Max Croci Italia settanta: il cinema a mano armata, alle 22.00. Domenica 18 novembre sarà dedicata alla letteratura; Bookcity incontra gli autori che hanno descritto Milano in quattro incontri: alle 10.30, alle 11.45, alle 15.00 e alle 16.30.
Il nostro consiglio: ovviamente, fateci un salto!