di Alice Maggioni
“Chi vive là?”
“Di’, chi sei tu piuttosto?”
Così inizia la tragedia shakespeariana che narra dello sfortunato principe, eternamente diviso tra il bene e il male. Così inizia il primo spettacolo del teatro Franco Parenti. Pilastro della cultura teatrale milanese, lo storico palcoscenico ha ospitato, in occasione della sua fondazione e apertura, le vicende della famiglia reale danese. Correva l’anno 1973, il drammaturgo Giovanni Testori riscriveva il testo dell’Amleto da affidare alla regia di Franco Parenti e Andreè Ruth Shammah. Fu l’inizio della stagione inaugurale del neonato teatro, che negli ultimi quattro decenni ha ospitato i più grandi artisti e ha reso vivi personaggi della drammaturgia classica così come di quella moderna.
Oggi come allora il dramma di William Shakespeare è tornato a cavalcare le scene di Milano, un vero e proprio ritorno alle origini per festeggiare i quarant’anni dalla nascita di uno dei più importanti luoghi artistici della città.
Nasce così il Progetto Amleto, una rassegna di spettacoli, incontri e conferenze incentrate sia sulla nascita dello storico teatro sia sulla complessa figura del principe Amleto che, nella sua tragedia, mette a nudo la complessità dell’animo umano smascherando il diverbio interiore tra il desiderio di giustizia e la sete di vendetta. Non solo un modo per ricordare le origini storiche del Franco Parenti, ma anche un’occasione per osservare i progressi e i cambiamenti che sono avvenuti sulla scena teatrale negli ultimi quarant’anni. La proposta drammaturgica è ricca e occupa i più diversi aspetti del campo performativo moderno, una scelta artistica che parte dal grande drammaturgo inglese e arriva ad esplorare molteplici canali espressivi che la forma teatrale può offrire. Dalla commedia Amleto ² di un superbo Filippo Timi, dove incontriamo un principe irriverente che si prende gioco della follia, del potere e della morte stessa, al monologo Ex Amleto, di e con Roberto Herlitzka, uno spettacolo riflessivo e raffinato in cui un solitario Amleto si mette a nudo. Dall’onirico Il Principe Amleto, di Danio Manfredini, un’esibizione visionaria e rivisitata della tragedia shakespeariana, in cui il teatro si fonde con altri campi artistici quali la pittura e la poesia, al teatro psicologico di Amletofelia di Dario D’Ambrosi, una trasposizione contemporanea nella quale la coppia Amleto-Ofelia è distrutta dalla depressione maniacale che affligge i due amanti.
La stagione teatrale non si limita a proporre spettacoli di ogni genere. L’organizzazione del teatro propone anche dei momenti di riflessione e di approfondimento, per capire, confrontarsi e ricordare insieme gli anni che hanno reso celebre il teatro milanese. Da segnalare, principalmente, sono due cicli di incontri molto diversi tra loro ma, al contempo, complementari. Innanzitutto i “Caffè Filosofici”, appuntamenti in cui docenti e giovani laureati delle università milanesi si confrontano di fronte ad un pubblico analizzando il testo dell’Amleto. L’amore, la follia, la giustizia e la vendetta sono solo alcune delle profonde tematiche attorno alle quali sono costruiti questi dibattiti, intellettualmente stimolanti e volti a coinvolgere il pubblico. Non si parla solo di letteratura o filosofia, la vita è il tema fondamentale della tragedia che accompagna la nostra ricorrenza. Parallelamente il teatro si racconta e lo fa con lo sguardo della sua direttrice, Andrèe Ruth Shammah, con “40 anni di un’avventura”. Un viaggio attraverso la memoria storica, quaranta incontri per ripercorrere le stagioni e gli avvenimenti che hanno reso celebre il Franco Parenti. Un’immersione nella storia non solo teatrale ma anche culturale della città di Milano, da sempre culla artistica ed espressiva per attori e registi.
A ciò si aggiunge una particolare attenzione rivolta ai giovani: le recensioni di ogni attività sono redatte da studenti universitari, seguiti in un percorso di formazione. Non solo un modo per credere in un futuro attento alla cultura e alla ricerca artistica, ma un tentativo concreto di dare espressione a chi vive il teatro non solo per passione e sta muovendo i primi passi in questo ambiente.
Ecco i prossimi appuntamenti: da mercoledì 12 a venerdì 14 dicembre Il principe Amleto, di Danio Manfredini; giovedì 13 dicembre, alle 18.00, l’incontro con Andrèe Ruth Shammah per il ciclo “40 anni di un’avventura”; venerdì 14 dicembre, alle 18.30, il caffè-filosofico dal titolo “Fuori il tempo è sesto”, con Federico Leoni e Rocco Ronchi, un confronto tra uno psicanalista ed un filosofo sul tema della follia e la politica.
L’invito è rivolto non solo ai seguaci di William Shakesperare, il Progetto Amleto è un’occasione per il grande pubblico di entrare in contatto con una realtà teatrale in continua evoluzione, di confrontare i più diversi canoni performativi e di approfondire uno dei drammi più rappresentati della cultura occidentale. Grandi nomi, della drammaturgia e non solo, che interpretano e rivisitano il dilemma amletico. Uno su tutti, lo ripetiamo, Filippo Timi con il suo Amleto², che dopo il successo milanese è attualmente in tournèe a Firenze e Roma. Lo spettacolo, acclamato da pubblico e critica, divertente e sconcertante allo stesso tempo, ha dimostrato come un testo apra le porte alle più diverse interpretazioni, attirando l’interesse e la curiosità di artisti a tutto tondo.
Venite a conoscere il mondo di Amleto, venite a conoscere il mondo quarantennale di Franco Parenti.