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DIDOc #2 – L’Enolitòre

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Bisogna entrare decisi al Bar Centrale, avviarsi al banco senza deviazioni di percorso, guardare Rizzo Amato Rocco di Marcello dritto negli occhi e chiedergli a voce bassa “una tisana bella forte”. Rocco estrae furtivamente un bottiglione da un ripiano basso, quasi al livello del pavimento, e ne versa il contenuto in un bicchierino opaco. Il beverone viene ingurgitato tutto d’un fiato, in un sorso, e poi è meglio filarsela via di corsa se non si vuole incappare in qualche guaio.

Per far luce su questa strana faccenda bisogna dire che Rizzo Amato Rocco di Marcello partecipa, fin dal lontano 1979, alla gara annuale del “Vino Forte”, organizzata nel Salento dal deputato in Parlamento onorevole Sebastiano Zanna, dagli amici elettori detto lo Zio Zeb. Da allora, per dieci lunghi anni, Rocco è arrivato secondo, la gara essendo stata sempre vinta dal leggendario Tata ‘Ntoni, enologo e oste assai rinomato del Sud-Ovest, con un vino a diciotto gradi alcolici della tenuta Cistèrna di Aradeo. Rocco le ha provate tutte: ha messo lo zucchero nelle botti, ha tagliato il suo mosto con una partita di Aglianico del Vulture arrivato clandestinamente a Melendugno su canoe, ottenendo una miscela che escoria l’esofago e fa oscillare il cardias come un trapezista del circo di Mosca, ma non c’è stato nulla da fare. Questo il motivo che lo ha indotto a sperimentare più e più volte la formula segreta del suo beverone testandola su Lucio Lucetta di Cosimo Lucetta, detto il Saudato, sui parenti stretti e anche sulla Titìna, un giorno che lei gli ha sorriso con particolare dolcezza. Da allora a Melendugno è tutto un via vai di gente che entra ed esce dal Bar Centrale dall’alba fino a notte fonda, tutti a chiedere il vino di Rizzo Amato Rocco che tiene la gente allegra e fa dimenticare i guai, e insieme ai guai le pesantezze della vita, e insieme alle pesantezze gli impegni di famiglia, come le messe domenicali, i battesimi, le cresime, i pranzi di Natale, i matrimoni e i funerali, e insieme agli impegni di famiglia il lavoro quotidiano, il mutuo della casa e le bollette da pagare. È per questo che a Melendugno una volta hanno tolto la luce anche ai lampioni del sagrato, e il prete è andato dal vescovo, e il vescovo è andato dal sindaco, e il sindaco ha parlato con l’assessore, e l’assessore ha chiamato lo Zio Zeb (i due sono in confidenza, compagni di pesca estiva internazionale al polpo) e Zeb ha alzato il telefono e ha chiamato l’ASL senza por tempo in mezzo, e l’Ufficiale Sanitario si è precipitato da Rizzo Amato Rocco di Marcello e gli ha sequestrato il beverone, dichiarandolo fuori legge nel Salento e in tutti i Paesi membri del trattato di Schengen. In seguito ai fatti che ho qui ricordato, Rizzo Amato Rocco da enologo è diventato per tutti l’Enolitòre, e spaccia segretamente il succo magico della sua bottega a quelli che entrando al Bar Centrale lo guardano dritto negli occhi e gli chiedono, a bassa voce e senza esitazione, “una tisana bella forte”.

Nunzia Palmieri