di Achab
Avevamo cominciato l’anno con le nostre “buone presunzioni”, con l’intenzione di riservarci, all’inizio di ogni mese, uno spazio in cui dire la nostra in maniera diretta: di scrivere ogni mese un Editoriale, appunto. L’idea era quella di affiancare, agli articoli firmati individualmente da redattori e collaboratori, uno spazio in cui proporre la voce della redazione intera, attraverso le parole del suo capitano Achab. Tradurre i punti fermi della nostra rivista in interventi mirati e sistematici; uscire dalla dimensione della recensione e mettere la testa fuori, uscire dal guscio del nostro spazio sicuro per aprire lo spazio della scrittura a una riflessione ampia, trasversale, culturale nel suo senso più esteso. Nella speranza di ispirare la risposta di qualcuno e da lì far partire un dibattito. [si era provato a farlo con questo intervento, con risultati discreti, ma certamente migliorabili].
Per questo inizio di mese gli argomenti non mancherebbero di certo. Anniversari, morti illustri, tematiche sempreverdi (letteratura e rete, il realismo nel romanzo contemporaneo, come reagire alla crisi del libro e delle librerie, la precarietà del lavoro editoriale…) e argomenti all’ordine del giorno (come l’imperversante presenza di Emmanuel Carrère, nell’onda lunga del successo di Limonov). Fra questi ultimi il più interessante e suggestivo sarebbe probabilmente il suicidio di Aaron Swartz, nell’ultimo mese l’avvenimento che più ha fatto discutere nella blogosfera (letteraria e non solo). Anche nella ciurma della Balena Bianca la figura del giovane geek, subito eletto a neoromantico “guru” della militanza culturale in rete, ha acceso la miccia della discussione e della riflessione. È un argomento su cui interverremo e che proveremo ad affrontare magari individuando alcune suggestioni letterarie che questo fatto, subito trasformatosi in “evento mediatico”, chiama con sé. Ma ora non è il momento di parlarne.
Perché per questo mese abbiamo preferito (ancora una volta, potrebbe dire qualcuno) concentrarci sul nostro progetto, fare un altro meta-post per presentare novità e sviluppi che la rivista sta affrontando per migliorarsi e provare a rendere più concreta la propria presenza culturale. Certo, si tratta sempre di piccoli passi; piccolissimi se messi a paragone con quelli di altri blog e riviste con cui tentiamo di confrontarci e con cui vorremmo dialogare. Ma quel che conta adesso è che la Balena Bianca è in movimento e noi vogliamo segnalarvi le rotte che intraprenderemo per inseguirla.
In particolare due sono le novità che questo febbraio porta con sé.
1) Innanzitutto annunciamo che, dopo i primi mesi di rodaggio, è giunto per la Balena Bianca il momento di darsi un logo.
Come potete leggere anche nella scheda che abbiamo compilato per il censimento delle riviste letterarie digitali di Tropico del Libro, al momento della nascita della rivista avevamo deciso di dare la priorità ai contenuti, cosa che ritenevamo (e riteniamo tuttora) prioritaria per presentare una nuova spazio di scrittura critica nel vastissimo panorama cartaceo e della rete. Avevamo lasciato l’aspetto grafico in secondo piano, affidandoci a quanto la piattaforma e le sue ridotte possibilità di personalizzazione consentivano. Adesso, la “macchina della scrittura” si è avviata ed è rodata; abbiamo dato una direzione riconoscibile al nostro progetto. È quindi il tempo di mettere l’abito giusto per presentarci nell’alta società culturale.
Solo che ricorrere al solito “amico (o amico di amico) esperto”, grafico smanettone chiamato a realizzare un logo o una testata accattivante e rispettosa di tutte le regole non scritte dell’autoproduzione underground ci sembrava fin troppo facile. E così abbiamo escogitato un’alternativa più creativa. Un modo originale di commissionare un lavoro, che metta in gioco l’abilità della Balena Bianca di presentarsi al pubblico e di suggerire, con i suoi testi e il suo modo di stare nella rete, immagini, connessioni, suggestioni estetiche più immediate e meno consapevoli. È nata così una collaborazione con la classe V A dell’Istituto Tecnico Caniana di Bergamo, indirizzo Grafica e Comunicazione. Coordinati dalla professoressa Laura Figoni gli alunni di questa classe si cimenteranno nell’ardua sfida di realizzare un logo e una serie di immagini coordinate per la prestiogiosissima testata cetacea.
Non sappiamo ancora cosa potrà venirne fuori. Il progetto però si presenta ricco di potenzialità. A partire da quella che potrebbe essere, in definitiva, nient’altro che una forma un po’ più strutturata di “concorso di idee”. E non è detto che anche voi lettori non sarete chiamati a dire la vostra.
Ne avrete presto notizia. Intanto il sasso nello stagno è stato gettato.
2) Al secondo posto, non possiamo non segnalare quella che si annuncia essere la prima “uscita” ufficiale della Balena Bianca.
Testata la partecipazione ai Festival e ai dibattiti della Rete, è giunto anche per noi il momento di cimentarci nel concreto come organizzatori di eventi. E si tratterà di una presentazione in grande stile: non uno, ma due libri saranno l’oggetto della serata di mercoledì 13 febbraio.
All’Arci Cicco Simonetta di Milano (Zona Navigli), converseremo e sentiremo leggere Carolina Crespi e Giulio D’Antona, autori delle raccolte di racconti Il futuro è pieno di fiori (No Reply) e Senza un briciolo di emozione (eclissi). Di questi due giovani narratori aveva già scritto per noi Michele Turazzi e dal suo articolo ripartiremo per conoscere un po’ meglio loro e la loro scrittura. Abbiamo scelto Carolina e Giulio non solo per motivi “logistici” (perché li conosciamo), ma anche, e soprattutto, perché hanno fatto (e continuano a fare) una lunga gavetta nelle riviste letterarie e perché ci piacerebbe che i loro racconti trovassero il giusto pubblico di lettori.
Sono bravi e rappresentano per noi un’ottima occasione per metterci alla prova come mediatori. Speriamo che ne venga fuori una serata bella e partecipata. Ovviamente siete tutti invitati!
Crediamo nell’attivismo culturale. Crediamo nell’importanza dell’intervento critico, del dibattito, della discussione. E crediamo nella necessità di creare le occasioni per realizzare questo tipo di confronto, anche acceso, anche agguerrito. Da questa necessità nascono queste due iniziative, che ci permetteranno di uscire, una volta tanto, dai confini talora imprevedibilmente stretti della rete e delle sue regole, per misurarci con l’effettiva realtà delle cose.
Due iniziative piccole, sicuramente. E sicuramente solo tangenziali a quello che è stato fino a ora il nostro impegno. Ma saranno un buon punto di partenza per imprese future.
Intanto siamo pronti ad affrontare questo febbraio: mese delle nuove sfide.