di Achab
Maggio si sa, è il mese dei libri. Effetto o causa di questo è anche l’evento editorial-culturale più grande e importante d’Italia: il Salone del Libro di Torino. Autori e agenti, editor e redattori, giornalisti e addetti ai lavori: dal 16 al 20 maggio, tutti si danno appuntamento qui, come ogni anno, per fare il punto della situazione, chiudere accordi, presentare nuovi progetti e soprattutto cercare di vendere un po’ di libri. Perché il Salone, se pure è nato anche come meeting per professionisti del settore, oggi in Italia rappresenta soprattutto, insieme a Festivaletteratura di Mantova e a Più libri più liberi di Roma, il più grande appuntamento per i lettori, che si trovano di fronte uno smisurato programma di incontri, presentazioni, tavole rotonde e altre simili amenità (come lo scrittore che cucina le ricette dei propri personaggi, per dirne una).
Per chi arrivi a Torino senza le idee chiare, il rischio di perdersi in tale vastità di proposte è molto alto; e cresce ancor di più se si pensa alla miriade di improponibili stand (dagli enti locali ad aziende che spacciano le proprie brochure per libri pur di far presenza…) che intervengono a rallentare il percorso del lettore trafelato, che corre da un angolo all’altro dei padiglioni del Salone per non perdersi neanche uno dei suoi eventi prediletti. È allora una cosa buona pianificare attentamente le proprie mosse, puntare su pochi incontri, ma ben ragionati. La redazione della Balena Bianca prova allora a fare questo per i propri lettori, presentando un Salone ridotto a 10 fondamentali appuntamenti.
Si comincia giovedì 16 maggio: gli stagisti delle case editrici montano gli stand e piazzano i libri su tavoli e scaffali, agenti, editor e autori si incontrano in angoli appartati per discutere contratti e programmare campagne promozionali. Le grandi folle del fine settimana sono ancora lontane, ma un piccolo pubblico di appassionati (o sfaccendati, a seconda dei punti di vista) si aggira guardingo tra i corridoi, a caccia di occasioni o di foto memorabili. Per questi lettori di nicchia ecco un appuntamento che più di nicchia non si può: Cinquant’anni del Gruppo 63. Alle 10.30 due superstiti della neoavanguardia che fu come Nanni Balestrini (scrittore e poeta) e Angelo Guglielmi (critico letterario) incalzati dal “giovane” Andrea Cortellessa presentano la nuova edizione Bompiani dell’Antologia che, all’indomani di quel fatidico 1963, raccoglieva i testi di tutti gli scrittori e intellettuali che volevano rivoluzionare il sistema della letteratura italiana (per fare qualche nome: Umberto Eco, Edoardo Sanguineti, Alberto Arbasino, Elio Pagliarani). È finita come sappiamo: per questo è una buona cosa rispolverare alcuni ricordi.
Con venerdì 17 si comincia a fare sul serio (e non solo per via della data scaramantica). Gli appuntamenti si infittiscono e i visitatori aumentano. Soprattutto il pomeriggio le cose si fanno molto interessanti.
Alle 15 è bene mettere in programma Un’ora con Paolo Nori. Lo scrittore emiliano è rimasto recentemente colpito da un violento incidente stradale che ha tenuto con il fiato sospeso tutti i suoi lettori: ma si è ripreso alla grande (come dimostra la sua partecipazione anche al concertone del primo maggio) e sarà sicuramente in forma per presentare il suo nuovo romanzo, La banda del formaggio, di prossima uscita per Marcos y Marcos.
Dal Salone non si esce prima che fuori sia buio, e così, alle 21, per chi apprezza le piccole imprese (sempre libere dai vincoli delle macchinose “politiche” editoriali) c’è Incubatore…e poi! Ottantamila. La casa editrice toscana Intermezzi, ospite dello stand NEI (Nuovi Editori Indipendenti), presenta una nuova accattivante collana di narrativa breve in ebook. Tra i primi titoli potrete trovare anche il nostro Michele Turazzi, che sarà presente anche a Torino.
Sabato 18 maggio comincia il weekend dei grandi numeri e dei grandi nomi.
Ecco allora, alle 15.30, un appuntamento assolutamente imperdibile: Il realismo è l’impossibile. A proposito del nuovo libro di Walter Siti. L’editore Nottetempo chiama a raccolta il meglio della critica italiana di questi giorni per discutere di un tema letterario “sempreverde”: il realismo. Alfonso Berardinelli, Antonio Scurati e Daniele Giglioli chiederanno a Walter Siti (candidato allo Strega con Resistere non serve a niente) di rendere conto di quanto scritto in un libretto tanto smilzo quanto ricco di spunti, che ha suscitato un interessante dibattito e anche qualche “stroncatura” (si veda il nostro Giacomo Raccis).
Domenica 19 conviene svegliarsi tardi e tenersi carichi per il pomeriggio, perché c’è una doppietta di incontri che potrebbe mettere al tappeto anche il “salonista” più esperto.
Visto che a quest’altezza si cominciano già a fare discorsi e previsioni sul Premio Strega, il Salone di Torino potrebbe essere una buona occasione per aggiornarsi sui candidati (fino al 12 giugno sono 12). E quale candidato migliore, per Torino, di chi ha scelto come nume tutelare per il proprio romanzo un simbolo della capitale piemontese come Piero Gobetti? Così, alle 14.30 ecco l’Incontro con Paolo Di Paolo. In occasione della pubblicazione di Mandami tanta vita. Il giovane autore Feltrinelli ha deciso infatti di recuperare una storia emblematica del Novecento italiano, ma troppo spesso dimenticata, per raccontare la formazione sentimentale e intellettuale di un ragazzo in cerca della propria strada. Torneremo a parlarne; voi giudicate se vale la cinquina.
Neanche il tempo di schiarire le idee che subito, alle 16, si apre una tavola rotonda che dovrebbe interessare tutti quanti hanno a cuore le sorti del web culturale e della blogosfera letteraria. Recensioni 2.0: come la rete racconta i libri è il titolo di un dialogo a cui prenderanno parte alcuni amici come Alberto Bullado (ConAltriMezzi) e Morgan Palmas (Sul Romanzo), e con loro anche Giovanni Bersani Barbara Bottazzi, Irene Nicaso e Barbara Sgarzi: i temi saranno probabilmente quelli di cui avevamo parlato mesi fa a Mantova e che avevamo provato a convogliare nella sigla #LitBlogStorm. Chi sa che da qui non ricominci la tempesta.
Con quest’ultima tacca, da apporre sul bastone del perfetto “saloniere”, la decina è completa si può tornare a casa sinceramente soddisfatti. Se c’è qualcosa che non manca mai, in occasioni come questa, sono gli spunti e le scoperte: cinque giorni di full immersion, di discorsi, dialoghi, molte parole pronunciate e poche lette. Ma è giusto così: servono a farsi bombardare di sollecitazioni e nuovi orizzonti. Finito il Salone, però, si ritorna nella solitudine della propria lettura. Nei prossimi mesi sapremo dire se tutte queste “promesse” sono state mantenute.