di Davide Zanini
Il polistrumentista bretone Yann Tiersen, uno dei più importanti compositori in attività, è sempre stato un instancabile sperimentatore di soluzioni musicali e di linguaggi sonori: nel corso della sua carriera è infatti passato dal minimalismo alle colonne sonore (celeberrima è quella de Il favoloso mondo di Amélie), dalla classica contemporanea a forme più vicine alla canzone, da suggestioni folk al post-rock venato di elettronica degli album Dust Lane e Skyline.
(Per un più ampio discorso sull’itinerario artistico di Tiersen, e sul suo affrancamento dall’essere solo “quello di Amélie”, si rimanda a questo live report, pubblicato su queste pagine poco meno di due anni fa.)
Con la sua ultima fatica in studio, ∞ (Infinity), il Nostro prosegue il suo percorso di ricerca, con un lavoro che – pur recuperando e rielaborando alcuni elementi della sua precedente produzione – si rivela un nuovo, originalissimo tassello della sua inesauribile creatività.
Per inquadrare il disco, mi pare utile ricorrere alla parole dello stesso Tiersen relative alla sua lavorazione: «L’idea era di iniziare con strumenti giocattolo, in riferimento ai miei primi lavori, per poi manipolare i suoni elettronicamente. Poi ho aggiunto un nuovo livello di strumentazione acustica e ripetuto lo stesso processo. Infine ho ripetuto il processo ancora una volta con l’aggiunta degli archi, quindi l’intero album è stato un costante andirivieni dall’acustica, all’elettronica, al digitale, e poi di nuovo all’analogico.»
In questa dichiarazione c’è buona parte dell’effettiva cifra stilistica su cui si basa ∞ (Infinity). L’album si regge infatti sulla fusione (e sottolineo fusione, non mera giustapposizione) della gioiosa naiveté degli strumenti giocattolo – che richiamano i primi album di Tiersen e le indimenticabili atmosfere améliane – con la imprescindibile presenza di una massiccia componente elettronica, su cui si innestano poi gli archi e soluzioni vocali all’insegna della coralità.
L’assoluto e indiscutibile (nonché ovvio) protagonista del disco è lo stesso Tiersen, che qui – come suo solito – suona qualsiasi strumento possibile e immaginabile, e che di tutte le tracce è autore e produttore; importante però è anche il contributo agli archi (violini, viola, violoncello) fornito dalle Amiina, formazione islandese nota per le frequenti collaborazioni con i Sigur Rós. I membri dell’attuale live band di Tiersen (le cantanti Gaëlle Kerrien e Emilie Quinquis; i polistrumentisti Robin Allender, Ólavur Jákupsson e Lionel Laquerrière) sul disco limitano i loro contributo alla – comunque fondamentale – parte vocale (con l’eccezione della batteria suonata da Neil Turpin: si tratta probabilmente dell’unico strumento che Tiersen non padroneggia a livelli di assoluta eccellenza!).
Volendo soffermarsi su alcune delle singole tracce che compongono ∞ (Infinity), si potrebbe cominciare citando la breve title track iniziale, con la sua grande forza evocativa, o il singolo A Midsummer Evening, indubbiamente il brano più diretto e orecchiabile.
Particolarmente significativi sono poi Ar Maen Bihan, Grønjørð e Steinn, pezzi con testi rispettivamente in bretone, faroese e islandese. Seppur musicalmente diversi tra loro, risultano accomunati da un qualcosa di più profondo e rilevante del glaciale esotismo delle loro lingue: questi brani infatti rendono tangibile la capacità di Tiersen di coniugare il fascino arcano della tradizione, del passato e della natura con il “futuro” di soluzioni sonore modernissime (ma mai vuote o artificiose) e d’avanguardia (ma mai fredde o pretenziose). Inevitabile poi che questi brani in particolare, e un po’ tutto il disco in generale – non dimentichiamo che è stato composto e registrato tra l’isola bretone di Ouessant e l’Islanda – evochino immagini legate alla bellezza, ai colori e alla vastità degli scenari del nord Atlantico europeo.
Infine, una menzione particolare va fatta per Slippery Stones e The Crossing, forse le due tracce migliori.
Entrambe si reggono e si sviluppano su quella che abbiamo visto essere la trama portante dell’album (strumenti giocattolo + manipolazioni elettroniche + archi + voci corali); a essa aggiungono una splendida melodia, incantata e sognante (Slippery Stones) e un’immediatezza gioiosa e coinvolgente, arricchita da sapori celtici (The Crossing).
Un’ultima considerazione, per concludere. Come si sarà certamente capito, il mio giudizio su ∞ (Infinity) è largamente positivo; l’estrema originalità e particolarità del disco – che ne è il punto di forza – potrebbe però suggerire anche qualche cautela, dal momento che le sue peculiari sonorità potrebbero non essere indistintamente apprezzate da tutti.
Un ottimo, e consigliatissimo, modo per approcciarsi a questo album è vedere e ascoltare questo splendido concerto, registrato poche settimane fa a Ouessant.
Yann Tiersen, ∞ (Infinity) (Mute, 2014)
01 ∞ 02 Slippery Stones 03 A Midsummer Evening 04 Ar Maen Bihan 05 Lights 06 Grønjørð
07 Steinn 08 In Our Minds 09 The Crossing 10 Meteorites