Storie di Uomini e di libri. L’editoria letteraria italiana attraverso le sue collane. Il titolo e il sottotitolo di questo libro spiegano bene buona parte della mia passione nei confronti delle collane, che può essere riassunta con: L’editoria letteraria italiana attraverso i suoi uomini. Già, perché alla fine è questo a essere così appassionante delle collane, almeno a mio modesto parere: l’essere diretta emanazione di uno o due uomini, delle loro idee del loro genio e della loro cultura. Sì, è vero, vale anche per un’intera casa editrice, ma in maniera mediata, mentre nelle collane si vede il prendere forma di un progetto culturale mattone su mattone, scelta dopo scelta. Si vede l’applicazione artigianale e imprenditoriale di intellettuali che cercano di portare avanti un discorso culturale, di sostenere un progetto frutto delle proprie idee e convinzioni, sperando di aver letto correttamente il possibile mercato con lo scopo di modificare la letteratura, la cultura, i lettori e in ultima analisi il mondo (oltre a quello sempre nobile di portare a casa la pagnotta).
Minimum Fax, un po’ a sorpresa (pur coerentemente all’interno della collana Filigrana), ci fornisce un fantastico strumento di lettura della realtà editoriale e culturale italiana da fine ottocento a oggi. Gian Carlo Ferretti non ha certo bisogno di presentazioni per chi si interessa di editoria libraria (tra i suoi studi basti ricordare Storia dell’editoria letteraria in Italia. 1945-2003) mentre si rivela ottima per chiarezza espositiva e attenzione documentaria Giulia Iannuzzi, che cura moltissime delle voci.
Il libro si presta a essere strumento di varia fruizione: si può consultare per collana, si può leggere da cima a fondo in ordine cronologico, si può studiare con interesse storico e culturale (utilissimi e degni di nota l’indice dei nomi e le bibliografie) oppure si può cercare l’origine dell’editoria nel «dietro le quinte» della letteratura, dove accanto a chi i libri li scrive c’è anche chi «li fa»: progettandoli e curandoli, con passione, coraggio, talvolta persino con un po’ di sana incoscienza.Rispetto a molti altri testi specialistici, Storie di Uomini e di libri ci consegna una panoramica delle principali collane dell’editoria letteraria italiana con una struttura-scrittura comoda e facilmente fruibile; un prodotto divulgativo con profonde radici in un accurato e lungo studio che può sicuramente stimolare la curiosità e l’interesse anche dei non specialisti dando spunti e strumenti utili ad approfondire ciò che si vuole.
Come in tanti altri aspetti della nostra storia, anche per quanto riguarda le collane editoriali il periodo della seconda guerra mondiale e del dopoguerra è stato particolarmente eroico, frizzante, irridente, avanzante e a volte incosciente (dal lato economico, non certo da quello culturale). E così, a far la parte dei leoni per importanza storica sono le collane che sotto il fascismo e immediatamente dopo la guerra hanno spinto e fortemente voluto un aggiornamento della cultura italiana (pensiamo alla Medusa di Mondadori, a Scrittori di tutto il mondo di Corbaccio, alla Cultura dell’anima di Carabba…). Collane che nascono con l’intento da un lato di portare nel nostro Paese, con traduzioni dirette e accurate, tutta la cultura straniera (inglese, statunitense, tedesca, russa…) da cui gli italiani erano stati tagliati fuori, dall’altro di dare spazio ai giovani scrittori italiani. Avventure culturali e editoriali che hanno coinvolto molti nomi di primissimo piano del nostro panorama culturale, per fare giusto pochi esempi Cesare Pavese, Elio Vittorini, Italo Calvino, Vittorio Sereni e tanti altri. Una flebo di rinnovamento culturale.
Terminata la guerra, gli editori escono da un periodo di restrizioni, censura e vera e propria lotta. Si apre così un periodo di grande entusiasmo e di ricostruzione. Nascono collane emozionanti che hanno fatto la storia della letteratura italiana, portando contaminazioni dall’estero, modificando per sempre il nostro concetto di lettura: i Coralli e i Gettoni einaudiani, BUR di Rizzoli ma anche collane di genere come i Gialli Mondadori. Poi ci sono le collane personali, come Letteraria di Valentino Bompiani, i cui titoli erano dettati dai suoi gusti personali pur rispecchiando anche una forte volontà innovativa: intelligente, colta, moderna e cosmopolita, con alti valori e programmatiche aperture al mercato. E così fino ad oggi, passando per La biblioteca delle Silerchie e La cultura di un appena nato Saggiatore o i Materiali e L’Universale economica diFeltrinelli. Si potrebbe continuare con moltissimi appassionanti esempi (per non parlare dei protagonisti e dei letterati editori) per cui però rimando direttamente al libro che tratta e spiega molto meglio di quel che potrei fare io.
Ma nel corso degli anni, come dice bene l’introduzione, le collane hanno pian piano perso il loro ruolo e la loro forza in corrispondenza a una perdita di investimento da parte dell’editore nella formazione di un rapporto di continuità con l’autore:
Dagli anni Settanta-Ottanta perciò la politica e il discorso di collana e la funzione-collana stessa, coerenti con una consapevole idea di cultura e di letteratura, si avviano a una crisi irreversibile nel quadro di una serie di profonde trasformazioni (e anche involuzioni) dell’editoria libraria: il passaggio da una politica d’autore formativa nella prospettiva del catalogo e della durata, e della (reciproca) fedeltà e appartenenza autore-editore, alla ricerca estemporanea di questo o quell’autore, con una diffusa tendenza al nomadismo, e a una politica di titolo nella prospettiva della stagione e del mercato.
Questa mancanza di investimento e questo nomadismo del resto rispecchiano anche una crescente mancanza di investimento nei confronti del lettore. Gli editori hanno sempre più spesso smesso di fare scelte organiche e culturali che potessero coinvolgere il fruitore (di qualsiasi fascia) in una spirale positiva di formazione e crescita. Optando, invece, sempre più per la ricerca rapsodica e randomica di testi che potessero fare buoni risultati di vendite e che hanno finito per innescare una spirale negativa che assomiglia a un gorgo in cui il lettore di anno in anno viene trascinato verso prodotti di qualità minore e di minor impegno. Gli editori, per nulla aiutati dall’evoluzione storica della cultura, si sono piegati a una logica dell’uovo oggi. La lenta rovina delle collane editoriali quindi rispecchia la caduta dei forti sistemi culturali e dei progetti organici a favore di una pura economia di mercato, il passaggio da lettore a consumatore.
Le collane perdono così nella maggior parte dei casi la propria riconoscibilità a causa del cambiamento delle politiche editoriali. E con la perdita di riconoscibilità perdono anche gran parte della loro funzione: dar garanzia al lettore di un prodotto, che sia sicurezza di genere, di qualità, di traduzione, di posizione politica. Quando un testo veniva pubblicato in una collana in cui il lettore trovava rispecchiati i propri interessi e le proprie passioni, il libro poteva essere comprato sulla fiducia. La stessa cosa in parte valeva per le case editrici e, pensandoci meglio, meno stupefacente appare che sia proprio Minimum fax a pubblicare questo libro: tra le case editrici contemporanee è forse quella che, con politiche editoriali precise, rimane la più riconoscibile e il cui marchio è di per sé sigillo di qualità per i suoi lettori affezionati.
Un libro che contiene parte della storia dell’editoria e della cultura italiana e che soprattutto ricollega questa storia agli uomini che l’hanno fatta, agli uomini che hanno applicato il proprio ingegno e le proprie conoscenze impegnandosi in progetti che hanno costruito la nostra humanitas. Prodotto con grande cura e grande sapienza è un libro assolutamente da comprare, da leggere e da consultare.