Il 25 aprile è la Festa della Liberazione, lo sappiamo tutti, sì ma Liberazione da cosa? Dal nazifascismo ovviamente. Fino a qui direi tutto facile. Quindi il 25 aprile festeggiamo l’uscita dal suol patrio dei soldati tedeschi? Neanche per sogno. Festeggiamo che gli americani ci son venuti a liberare e il 25 aprile sono arrivati a regalare cioccolato e sigarette? Neanche per sogno.
Il 25 aprile 1945 il Comitato di Liberazione Nazionale Alta Italia (CLNAI) con la voce di Sandro Pertini proclamò lo sciopero generale e l’insurrezione in tutti i territori ancora occupati: «ponete i tedeschi davanti al dilemma: arrendersi o perire».
In questo vittorioso modo arrivò alla fine un’esperienza nata diverso tempo prima, diciamo quanto meno a partire dall’armistizio dell’8 settembre 1943, e che costituisce una delle pietre angolari su cui è costruita la nostra costituzione, la nostra nazione e il nostro essere italiani: la Resistenza.
Proviamo a cercare qualche libro per ricordare, capire, immedesimarci in quella eroica, disperata, idealistica, proletaria, borghese, dolorosa, esperienza che festeggiamo una volta all’anno ma che ha cambiato radicalmente e per sempre la nostra storia.
Una mattina mi son svegliato, Andrea Ventura e Mimmo Franzinelli, UTET
Qualche anno fa, per i 70 anni dall’armistizio, UTET ha chiesto a uno storico e a un artista di collaborare per raccontare 5 storie di vita vissuta avvenute in quel periodo tra settembre e la fine della guerra. Cinque vicende di persone comuni che affrontano l’improvvisa accelerazione storica come possono tra sottomissione ai tedeschi e resistenza. Una campionatura della vita vera di quel periodo in una meravigliosa graphic non-fiction novel.
Eravamo ridiventati uomini – Testimonianze e discorsi sulla resistenza in Italia, Norberto Bobbio, Einaudi
Una raccolta di scritti dal 1945 al 1995 in cui il filosofo difende l’ideale sempre vivo di Resistenza senza cadere in idealizzazioni. Una riflessione acuta e profonda su questa esperienza che ha posto fine a una guerra durissima e a una dittatura feroce che aveva messo in ginocchio il paese. Il valore di un’esperienza imperfetta, che deve cercare la sua compiutezza nella democrazia e nella Costituzione ma che ne è anche la base e il fondamento indispensabile.
Il sentiero dei nidi di ragno, Italo Calvino, Mondadori
I piccoli maestri, Luigi Meneghello, Mondadori
Romanzo autobiografico in cui l’autore ci racconta in prima persona la sua gioventù: allievo ufficiale degli Alpini nel settembre del 1943 a seguito dell’Armistizio e dello sbandamento del suo reparto, getta la divisa e scappa tornando a casa. Una volta arrivato dovrà però darsi alla macchia per evitare la nuova leva obbligatoria voluta dalla nuova Repubblica Sociale Italiana: inizierà così la sua vita tra i boschi dell’altopiano di Asiago con i primi partigiani, che si riveleranno essere piccoli-grandi maestri.
Tiro al piccione, Giose Rimanelli, Einaudi
Tra i pochi esempi di “letteratura dei vinti”, questo romanzo veniva presentato nel 1950 dall’autore a Cesare Pavese come «La storia di un giovane della mia età che vede la Resistenza dalla parte sbagliata» e subito letto, accettato e predisposto per la pubblicazione dei Supercoralli Einaudi (anche se a seguito del suicidio dello stesso Pavese fu poi dirottato da un più attento politicamente Calvino all’attenzione di Vittorini per una pubblicazione in Mondadori). Il giovane protagonista, Marco Laudato, ci conduce nella guerra civile tra le schiere della Repubblica di Salò senza risparmiarci brutalità, orrore e schifo.
Una questione privata, Beppe Fenoglio, Einaudi
La Resistenza sulle Langhe ha avuto una grande storia ma anche grandi narrazioni a partire da Cesare Pavese per continuare proprio col Partigiano Johnny dello stesso Fenoglio. Questo libro, pubblicato postumo, ci racconta del giovane partigiano Milton combattente nelle fila dei Partigiani Badogliani ma scosso dall’amore per Fulvia che non vede da tempo. Citando Calvino: «Una questione privata […] è costruito con la geometrica tensione d’un romanzo di follia amorosa e cavallereschi inseguimenti come l’Orlando furioso, e nello stesso tempo c’è la Resistenza proprio com’era, di dentro e di fuori, vera come mai era stata scritta, serbata per tanti anni limpidamente nella memoria fedele, e con tutti i valori morali, tanto più forti quanto più impliciti, e la commozione, e la furia.»