Alla fine la XXXIII edizione del Premio Narrativa Bergamo è andata a Nadia Terranova, autrice di Gli anni al contrario, uscito alla fine del 2015 per Einaudi. Una storia d’amore normale e al tempo stesso resa speciale dal contesto storico in cui si svolge – la Sicilia, gli anni Settanta dell’impegno e gli Ottanta del reflusso. Una «favola moderna», quella vissuta da Aurora e Giovanni, rovinata dagli equivoci, dalla droga e dalla malattia; a raccontarla, la figlia Mara, su cui grava il peso di un ricordo al tempo stesso vivido ed enigmatico.
Sabato 29 aprile, nel ridotto del Teatro Donizetti di Bergamo, Max Pavan, giornalista e presentatore di Bergamo Tv, ha condotto la cerimonia di premiazione, che ha visto tutti gli autori finalisti presentare i loro libri. Ad introdurre la serata è stato Angelo Guglielmi, critico letterario e storico membro del comitato scientifico del premio, composto anche da Andrea Cortellessa, Silvia De Laude e Marco Belpoliti. Per la prima volta a Bergamo dopo 29 anni di partecipazione, Guglielmi ha sottolineato la specificità del Premio, capace di valutare il valore delle opere a prescindere da mode e gruppi editoriali. Come aveva detto anche Andrea Cortellessa nella nostra intervista, il Premix Bergamo si conferma laboratorio di sperimentazione, capace di indicare le linee di tendenza della narrativa italiana contemporanea, segnalando nomi e opere destinate a durare.
E il discorso non vale solo per i vincitori – tra i quali si annoverano Marco Missiroli, Francesco Permunian o Laura Pariani, per rimanere alle ultime edizioni – ma anche per i finalisti – basti pensare alla partecipazione di Michele Mari nel 1990 o di Sandro Veronesi nel 1992. E quindi, come ha detto anche il presidente Massimo Rocchi durante la cerimonia di premiazione, anche noi ci auguriamo che restino nei decenni a venire, a rappresentare un momento specifico della produzione contemporanea, le voci di Giorgio Vasta, Andrea Bajani, Alessandro Zaccuri o Rossana Campo. Oltre naturalmente a quella di Nadia Terranova, che si aggiudica il premio con 59 voti (su 212 totali), precedendo Un bene al mondo di Bajani (alla sua terza partecipazione al premio e al terzo secondo posto: una maledizione!) con 46 voti e Lo spregio di Zaccuri con 40; fuori dal podio Dove troverete un altro padre come il mio di Campo con 33 voti e Absolutely nothing. Storie e sparizioni nei deserti americani di Vasta con 29.
Il merito di Terranova è stato quello di riuscire a intercettare gli interessi e i gusti di fasce diverse di lettori: i suoi voti sono stati infatti omogeneamente distribuiti tra le varie componenti della giuria popolare, la giuria adulta e quella under-25, le scuole e le associazioni. Un merito significativo per quello che è di fatto il primo romanzo per adulti di un’autrice che fino al 2015 si era distinta esclusivamente come autrice di romanzi per ragazzi. E anche i presenti nel ridotto del Donizetti hanno potuto apprezzare le qualità del testo, grazie alle letture espressive di Niseem Onorato, attore e doppiatore che ha prestato la sua voce alle parole degli autori finalisti.
Nel corso della cerimonia Flavia Alborghetti, segretario generale e anima dell’organizzazione del Premio, ha assegnato anche due premi per i migliori giudizi critici nella giuria under-25 (a Davide Carrara) e nella giuria scuole (alla classe 3°G del Liceo Scientifico Statale Lorenzo Mascheroni di Bergamo). È stata una serata di festa, conclusa tra i complimenti che i finalisti e tutti i partecipanti hanno voluto rivolgere alla vincitrice, che ha ringraziato, ricordando come l’incontro con i lettori alla Biblioteca Tiraboschi, per la presentazione del suo libro, sia stata una delle più partecipate e belle della lunga strada che hanno percorso i suoi Anni al contrario.