Alla fine la XXXIV edizione del Premio Narrativa Bergamo è andata a Gianni Biondillo, autore di Come sugli alberi le foglie(Guanda), uscito a ottobre del 2016: quasi un anno e mezzo fa. Ma la data non è casuale, perché celebrava il centenario dalla morte di Antonio Sant’Elia, architetto futurista morto sul fronte, a Quota 85, durante la Prima Guerra Mondiale. La giuria popolare del Premio Bergamo ha deciso di premiare la Storia, quella con la maiuscola e quella dei grandi personaggi, da Gadda a Lussu, da Gramsci a Marinetti, tutti messi in scena da Biondillo (insieme a molti altri). Eppure in gara anche i libri di Orecchio e Palandri chiamavano in causa, a vario titolo, la grande Storia, riscrivendola o appropriandosene, grazie a un uso sapiente e preciso dell’invenzione. La giuria ha invece deciso di premiare chi è rimasto più vicino alla lettera dei fatti, chi ha provato a dare un volto e una psicologia riconoscibile a chi la Storia l’ha fatta – senza stravolgere nulla. Meno fortuna, quindi, anche per il romanzo di Sarchi, tutto concentrato sulla scoperta di un corpo nuovo, e per la reinvenzione tragicomica dell’autobiografia di Michele Mari.
Così, ieri, sabato 28 aprile, nell’Auditorium di Piazza della Libertà di Bergamo, Max Pavan, giornalista e presentatore di Bergamo Tv, ha condotto la cerimonia di premiazione, che ha visto tutti gli autori finalisti presentare i loro libri. A fare gli onori di casa, oltre al Presidente Massimo Rocchi e alle altre istituzioni partner del premio, è stata Silvia De Laude, membro del comitato scientifico del premio, insieme ad Angelo Guglielmi,Andrea Cortellessa e Marco Belpoliti. De Laude ha sottolineato la pluralità di prospettive che stanno dietro alla scelta della cinquina dei finalisti, ma ha ricordato anche come ogni giurato si affezioni all’autore e al libro che porta in finale, sperando per lui e vivendo con trepidazione i momenti dello spoglio dei voti. E la pluralità, anche quest’anno ha permesso che fossero in lizza per il premio autori dai percorsi molto diversi, alcuni dei quali si inseriscono senza dubbio in quella linea sperimentale che da sempre contraddistingue il Premio Bergamo. Lo testimoniano, per rimanere agli ultimi anni, alcuni dei vincitori (Francesco Permunian), ma anche (o forse soprattutto) i finalisti – basti pensare alla partecipazione di Walter Siti nel 2006 e nel 2012 o a quella di Helena Janeczek nel 2011. Da anni il premio riesce a portare a Bergamo autori che caratterizzano con originalità lo specifico momento della letteratura italiana; e lo ha fatto anche quest’anno, grazie alle voci di Michele Mari (già un pezzo della nostra storia letteraria), Davide Orecchio, Alessandra Sarchi ed Enrico Palandri. Ai quali naturalmente si aggiunge Gianni Biondillo, che si aggiudica il premio con 72 voti (su 210 totali), precedendo La notte ha la mia vocedi Sarchi con 42 e L’inventore di se stesso di Palandri con 37; fuori dal podio Leggenda Privata di Mari (che però aveva vinto il premio nel 1991!) con 30 voti e Mio padre la rivoluzionedi Davide Orecchio con 16 voti.
Merito di Biondillo è stato quello di arrivare al cuore dei lettori, coinvolgendoli negli incontri dal vivo (nelle scuole e alla Biblioteca Tiraboschi) e toccandoli un racconto diretto e senza fronzoli, che all’epopea tragica della Storia aggiunge quella di una generazione di uomini tanto sicuri del loro futuro da arrivare a sacrificarlo per una guerra di cui non avevano capito nulla. Una vicenda che è riuscita a intercettare gli interessi e i gusti di fasce diverse di lettori: i suoi voti sono stati infatti omogeneamente distribuiti tra le varie componenti della giuria popolare, dagli adulti agli under-25, dalle scuole alle associazioni. E anche i presenti nell’Auditorium di Piazza Libertà hanno potuto apprezzare le qualità di questo testo, come degli altri in lizza, grazie alle letture espressive di Niseem Onorato, attore e doppiatore che ha prestato la sua voce alle parole degli autori finalisti. Ad accompagnarlo, al pianoforte, il maestro Claudio Angeleri, che già in apertura si era esibito in un breve repertorio jazz con il suo new 5et.
Nel corso della cerimonia, poi, Flavia Alborghetti, segretario generale e anima dell’organizzazione del Premio, ha assegnato anche due premi per i migliori giudizi critici nella giuria under-25 (a Simona Cantoni) e nella giuria scuole (alle classi III del Liceo Opera Sant’Alessandro di Bergamo di Bergamo). È stata una serata di festa, che si è conclusa con i complimenti, sportivi, che Biondillo ha voluto rivolgere ai suoi compagni di cinquina. «Per me era già tanto essere il quinto in questo gruppo di autori: continuerò a pensarla così, leggendo al contrario questa classifica folle».