Alla fine la XXXV edizione del Premio Narrativa Bergamo è andata a Giulia Corsalini, autrice di La lettrice di Čechov (nottetempo 2018). La giuria popolare del Premio – composta da adulti, giovani, scuole e gruppi culturali – ha deciso di premiare il racconto di una storia eccentrica, ma piena di verità: la storia di una donna in cerca del proprio posto nel mondo, chiamata a rispondere alle tante richieste che la società muove nei suoi confronti – come madre, come moglie, come lavoratrice. La storia a tratti incredibile – ma realissima – di una badante ucraina che si ritrova a insegnare la letteratura russa a una classe di studenti di una piccola università di provincia, che con i suoi ritmi lenti consente alla donna di ripensare alla propria vita, ai rapporti lasciati a casa e a quelli ricostruiti nella sua nuova casa (anche se temporanea). Corsalini ha raccontato una storia minima, ma densa di significati. E così ha fatto anche Franco Stelzer con il suo Cosa diremo agli angeli (Einaudi 2018), che dalla seconda piazza smentisce la profezia del suo stesso autore – convinto dell’estraneità del proprio libro ai parametri dei premi (ma d’altra parte il Premio Bergamo fa storia a sé…). Meno fortuna hanno avuto invece i due romanzi costruiti attorno all’esperienza del lavoro: i lavoratori digital narrati da Francesco Targhetta in Le vite poetnziali (Mondadori 2018) e la tragicomica autobiografia di Girogio Falco, racchiusa in Ipotesi di una sconfitta (Einaudi 207). Scarsa eco infine hanno incontrato le voci ancestrali provenienti da Masserie di Cristo, il microcosmo intorno al quale Andrea Gentile ha ambientato il suo I vivi e i morti (minimum fax 2018).
E proprio lo scrittore argentino, che da anni vive in Italia e in italiano scrive i suoi libri (l’ultimo, L’idioma di Casilda Moreira – Exorma 2019 – presentato nel pomeriggio alla Fiera dei Librai), ha consegnato il premio (un diploma e un assegno di € 2.500) nelle mani di Giulia Corsalini, che con La lettrice di Čechov ha raccolto 82 voti sui 213 disponibili; 56 sono state invece le preferenze assegnate a Cosa diremo agli angeli di Franco Stelzer; a completare il podio Le vite potenziali di Francesco Targhetta con 36 voti. Quarto posto per Giorgio Falco, con Ipotesi di una sconfitta – 27 voti – e ultima piazza per I vivi e i morti di Andrea Gentile con 12 voti. Merito di Corsalini è stato quello di intercettare l’interesse di una fetta ampia della giuria, quella composta da gruppi culturali e adulti; mentre i giovani hanno deciso di premiare lo stile ardito e la prosa immaginifica di Gentile, pur fermatosi all’ultimo posto. Anche i presenti all’Auditorium di Piazza Libertà hanno potuto apprezzare le qualità delle singole voci, grazie alle letture espressive di Niseem Onorato, attore e doppiatore che ha prestato la sua voce alle parole degli autori finalisti. Ad accompagnarlo, la pregevole interpretazione musicale di Guido Bombardieri, sassofonista e clarinettista (l’evento è inserito nel programma di Bergamo International Jazz Day 2019 UNESCO realizzato dal CdpM).
Nel corso della cerimonia, poi, Flavia Alborghetti, segretario generale e anima dell’organizzazione del Premio, insieme al Presidente Rocchi ha assegnato anche i premi per i “Migliori Giudizi Critici”: uno espresso da un componente della Giuria dei Singoli (100 in tutto tra giovani e adulti) che ha ricevuto il Premio dalla Fondazione della Banca Popolare di Bergamo; l’altro espresso da una delle 12 classi degli Istituti Superiori di Bergamo e provincia componenti la Giuria, che ha ricevuto un buono di € 150 in libri, a cura dell’Associazione del Premio. È stata una serata di festa, resa ancora più piacevole grazie alla collaborazione organizzativa dell’associzione culturale Il Cavaliere Giallo, che da sempre sostiene il Premio con attività di promozione e aggregazione.