Il 2020 che ci lasciamo alle spalle è stato un anno difficile per tanti, forse tutti i versi. Per noi questo ha significato soprattutto rinunciare a tante iniziative live che avevamo programmato e che rimanderemo – se possibile – all’anno appena iniziato (in primo luogo, la festa di tesseramento). Molte cose però sono comunque andate avanti, nonostante gli impedimenti, e così, a guardarlo indietro, il 2020 della Balena Bianca non appare così malvagio: abbiamo portato avanti la nostra collaborazione con il Premio Narrativa Bergamo e a questa abbiamo aggiunto quella con il Premio POP della Fondazione Mondadori; abbiamo contribuito al palinsesto radio del Festivaletteratura di Mantova curando un incontro con Judy Wajcman; abbiamo portato avanti online il ciclo dei Giri di chiglia, gli incontri di poesia, che hanno visto ospiti Ophelia Borghesan e Cristina Annino; abbiamo presentato online Concerto per l’inizio del secolo di Roberto Minardi e abbiamo incontrato Giorgio Falco e Sabrina Ragucci per parlare con loro di Flashover e di Il medesimo mondo. E poi naturalmente ci sono stati tanti articoli – recensioni, riflessioni, mappe e interviste.
Se siamo riusciti a portare avanti tutte queste iniziative è stato soprattutto grazie al supporto dei nostri lettori e di quanti hanno continuato a sostenerci (e sovvenzionarci). Anche per rendere omaggio a loro, prima di tuffarci in un anno che ci auguriamo migliore del precedente, proponiamo una lista ragionata degli articoli più letti del 2020.
#Mappe – Piacenza, in provincia di Fidenza (Stella Poli)
In un anno in cui viaggiare è stato molto difficile, quando non impossibile, le Mappe hanno offerto ai lettori un ottimo strumento di compensazione. Anche se le mete non sempre sono state le più lontane ed esotiche. Stella Poli ci ha raccontato Piacenza, sorta di emblema della provincia italiana, luogo da cui fuggire continuamente e a cui non si può fare a meno di tornare («Piacenza è il tuo maglione preferito per stare in casa»).
Ma siamo stati anche a Tolosa con le parole di Lucilla Lijoi; mentre Michele Turazzi, in pieno lockdown, ci ha mostrato come forzare i confini di casa senza infrangere i Dpcm. E poi ancora la Georgia e Lampedusa.
Volare. Non capire Pop-x per capire tutto il resto (Alberto Parisi)
Chi non conosce Pop-x forse si spiegherà poco il successo del progetto video-musicale di Davide Panizza e soci – e ancor meno quello ottenuto da questo articolo. Ma l’uscita del nuovo album, Antille, è stata l’occasione per ragionare sui caratteri di un fenomeno letteralmente incomprensibile («nemmeno i fan di Pop-x capiscono Pop-x»), tra elettronica disturbante e giochi di parole nonsense.
Scrivo o son scritto? Un dialogo impossibile tra Cărtărescu e Bolaño (Alberto Ravasio)
Un longform dedicato ai due autori più di culto dei nostri anni (grazie anche a un certo boost della bolla letteraria) rappresentanti – a detta di Alberto Ravasio – di due contrapposte categorie di scrittori: i notturni e i diurni. E se non ha alcun senso cercare di capire quale dei due approcci alla scrittura sia il “migliore”, più proficuo è provare a far dialogare questi due campioni contemporanei, mettendo una di fianco all’altra le loro dichiarazioni in merito al proprio lavoro.
(Da segnalare, sempre di Alberto Ravasio, anche un altro longform, un omaggio a Ermanno Cavazzoni, al suo stare fuori dal canone pur essendo, al tempo stesso, un autore centrale del nostro sistema letterario. In questo la nostra redazione è sempre stata coerente, come testimonia anche l’assiduità con cui seguiamo le sue uscite, come il recente La madre assassina).
#botta&risposta: Lanza tra ‘rasoterra’ ed epica (Davide Castiglione con Antonio Lanza)
Vero basso continuo di quest’annata di poesia sono stati i dialoghi di Davide Castiglione con alcuni poeti contemporanei, nella formula ormai tradizionale del “botta e risposta”: un confronto epistolare per ragionare insieme agli autori circa la loro opera poetica, andando a fondo nell’analisi dei componimenti e delle macrostrutture. Una rubrica che mostra la fecondità degli strumenti più raffinati dell’indagine critica. E se lo scambio con Antonio Lanza intorno al suo Suite Etnapolisè stato il più apprezzato, dobbiamo segnalare anche i confronti con Demetrio Marra, Gerardo Iandoli, Christian Sinicco, Pasquale Pietro Del Giudice e Alberto Cellotto.
Esordi – Allargare il mondo: “Città sommersa” di Marta Barone (Ambrogio Arienti) e La libertà è una forma di disciplina. Su “La mischia” di Valentina Maini (Marco Mongelli)
Anche quest’anno gli esordi italiani sono stati al centro della nostra attenzione. Se in autunno abbiamo avuto modo di recensire i cinque finalisti al Premio POP 2020 insieme agli studenti del Master in Editoria della Fondazione Mondadori, già da inizio anno avevamo affrontato con puntualità le uscite più significative della stagione letteraria – e anche quelle più discusse nella nicchia (si vedano le classifiche di qualità de L’Indiscreto). Non potevano mancare quindi il memoir di Marta Barone, Città sommersa, arrivato a un passo dalla sestina dello Strega, e La mischia di Valentina Maini, definito da Marco Mongelli «un esordio folgorante».
(Anche Giacomo Raccis ha affrontato alcuni dei più interessanti esordi dell’anno, in un longform in cui i libri di Barone e Maini si aggiungono a quelli di Claudio Lagomarsini e Giovanni Bitetto).
Il cuore ‘disarmato’: l’inermità nella poesia contemporanea (Bernardo Pacini)
Ancora la poesia, con una lunga riflessione di Bernardo Pacini, che prende spunto da alcune parole di Stefano Dal Bianco per ritrovare una tendenza della nuova generazione di poeti italiani ad «aggirare il tragico ed evitare la confessione sincera». Un pezzo ricco di nomi e di spunti, che entrano in risonanza con le tante letture puntuali dedicate alle uscite di poesia di quest’anno (e dei precedenti).
(Per rimanere in ambito poetico, non possiamo non ricordare la precoce scomparsa di Gabriele Galloni, lo scorso settembre; un poeta che, come ha scritto Roberto Batisti, in una «carriera tragicamente breve ma prolifica, dai ritmi a tratti forsennati» era riuscito a definire una cifra tematica e stilistica che non è azzardato definire «gallonismo»).
Femminismo per il 99%: questione di genere e capitalismo (Claudia Dellacasa)
I lockdown dovuti all’attuale pandemia hanno dato ad alcuni molto tempo per leggere, ma soprattutto hanno offerto uno sguardo più netto e inappellabile sulle disuguaglianze di genere e sul loro radicamento nel privato domestico: «è forse individuabile una questione di genere dietro al rifiuto, o quanto meno alla difficoltà, di rimanere a casa anche a fronte dei battenti appelli quotidiani?». Da questa semplice domanda, che in tanti si sono posti nei mesi scorsi, Claudia Dellacasa è partita per ragionare intorno al pamphlet di Cinzia Arruzza, Tithi Bhattacharya e Nancy Fraser, Femminismo per il 99%. Un manifesto.
(Di altro carattere la riflessione di Matilde Quarti intorno al modo in cui i nostri “processori mentali” hanno reagito ai confinamenti forzati: «Quanto la capacità di adattamento umana (anche in presenza di quei riferimenti culturali di cui ho parlato prima) riesce davvero a scendere a patti con un reale a cui mai si è pensato concretamente?». Le risposte a questa domanda, probabilmente, non siamo ancora oggi riusciti a elaborarle).
Non esistono alternative? Labranca prossimo nostro (Marco Malvestio e Roberto Batisti)
La pubblicazione di Le alternative non esistono. La vita e le opere di Tommaso Labranca di Claudio Giunta è stata l’occasione per discutere della figura di questo intellettuale tanto originale nel suo confronto con la cultura pop e trash, quanto marginale nel sistema culturale italiano. In un dittico di interventi Marco Malvestio e Roberto Batisti hanno cercato di ricostruire il percorso creativo e speculativo di Labranca, passando anche in contropelo la non-biografia di Giunta.
Fuori dagli schemi Giorgio Fontana (Claudio Lagomarsini)
Una serie di interviste per interrogare il metodo di lavoro di scrittori e scrittrici contemporanei, ma soprattutto per osservare scalette, appunti, brogliacci, alberi genealogici, schede dei personaggi, disegni, tabelloni da detective e crazy wall che stanno a monte delle loro opere. Così Claudio Lagomarsini ha ideato Fuori dagli schemi, il mestiere di scrivere raccontato da chi lo fa, rubrica grazie alla quale abbiamo potuto guardare da vicino il tavolo di lavoro di Melania Mazzucco, Claudia Durastanti, Filippo Tuena e Giorgio Fontana, che nell’intervento inaugurale, ha offerto l’albero genealogico dei Sartori (la famiglia protagonista del suo ultimo romanzo Prima di noi) e una serie di riscritture dell’incipit.
E il 2021 ci porterà dietro le quinte del lavoro di Alessandro Piperno, Giorgio Falco, Massimo Carlotto e tanti altri.