Interrompendo una “tradizione” che durava ormai da alcuni anni, il Premio Narrativa Bergamo 2022 va a uno scrittore. Francesco Bianconi riporta la XXXVIII edizione del premio con il suo Atlante delle case maledette (Rizzoli Lizard). Merito forse del fascino dandy del cantautore toscano, o piuttosto di una scrittura capace di coniugare una nostalgia festicistica per oggetti e momenti di un passato che è comune a tanti con una vocazione riflessiva che non sorprende chi già da tempo apprezza la sua carriera musicale. Con il suo racconto della vita di Dimitri, scrittore che sfrutta la reclusione forzata in casa – causa pandemia – per riflettere su tutte le case che ha “abitato” e sul ruolo che hanno avuto nella sua formazione come uomo, Bianconi ha conquistato il pubblico del premio.
La Giuria Popolare – composta da adulti, giovani, scuole e gruppi culturali (hanno votato 108 dei 119 aventi diritto) – ha premiato il libro di Bianconi con 33 voti, staccando di poco Elisa Ruotolo, seconda con Quel luogo a me proibito (Feltrinelli) e 26 voti, e Davide Orecchio, terzo con Storia aperta (Bompiani) e 25 voti. Più distanti Andrea Inglese, con La vita adulta (Ponte alle Grazie) quarto con 15 voti, e Maurizio Torchio, con L’invulnerabile altrove (Einaudi), quinto con 9 voti.
La serata finale della XXXVIII edizione del Premio Bergamo si è svolta nell’affascinante cornice della Sala Piatti di Città alta. A condurre, come di consueto, Max Pavan di Bergamo TV. In apertura, un momento molto suggestivo, con Giuseppe Morale, giovanissimo promettente talento del Conservatorio di Bergamo, che ha eseguito a pianoforte la ballata n.1 di Chopin op.23. A seguire, gli interventi dell’Assessore alla Cultura del Comune di Bergamo Nadia Ghisalberti e di Antonio Terzi, Presidente di Confesercenti. Entrambi Soci Fondatori del Premio ne hanno sottolineato l’importanza per una promozione alla lettura di qualità; anche grazie al loro sostegno, si è potuta dare una continuità al premio anche in tempi di pandemia, senza rinunciare a un appuntamento culturale dall’ampio consenso della comunità cittadina, con il rilievo nazionale che lo caratterizza.
Ha preso quindi la parola per introdurre la XXXVIII edizione il Presidente Massimo Rocchi a cui è seguito un intervento di Andrea Cortellessa, membro del Comitato scientifico e selezionatore delle opere insieme a Silvia De Laude, Angelo Guglielmi e Michele Mari. “La tradizione ibrida – ha detto – legata al romanzesco ma anche alle altre forme di scrittura in prosa, è rimasto uno specifico del Premio Bergamo, e in alcuni casi ha permesso anche di precorrere i tempi”.
Si sono poi alternati sul palco i cinque finalisti che nel corso della serata sono stati protagonisti di appassionanti conversazioni con Max Pavan e anche di brevi momenti di lettura dai loro testi. Dopo lo spoglio dei voti con la storica lavagna aggiornata tranche dopo tranche, la serata si è conclusa con l’ultimo intervento musicale di Giuseppe Morale, che ha eseguito magistralmente 4 studi di Chopin op.10.
Come detto da Cortellessa, in effetti, anche di questa edizione si può dire che abbia confermato la vocazione del Premio Bergamo a esplorare tutte le direzioni in cui si esprime la scrittura narrativa in Italia negli ultimi anni. Una vocazione in certo senso sperimentale, ma sempre confortata da un grande seguito di pubblico, sia nei singoli incontri con gli autori che nella serata finale, degna conclusione di un percorso appassionante. Mentre ancora tintinanno i bicchieri che brindano al nuova vincitore Francesco Bianconi, ci si dà appuntamento all’anno prossimo.