festivaletteratura2013-mantova-visual

di Achab

giuseppe-pontiggiaIl venerdì si apre per noi con un doppio appuntamento in tarda mattinata. Alle 11 al Teatro Bibiena si parla dell’Eredità di Giuseppe Pontiggia anche grazie a materiali d’archivio tratti dalle edizioni del Festivaletteratura 1999 e 2000 (peccato per la pessima qualità audio). Diego De Silva e Serena Vitale con grande ammirazione ricordano l’autore (di cui abbiamo scritto anche noi recentemente qui) e raccontano aneddoti di vita privata richiamando allo stesso tempo l’attenzione sul suo fondamentale magistero stilistico. De Silva ricorda nitidamente il giorno del 1994 quando ricevette questa telefonata: “Buongiorno, sono Giuseppe Pontiggia. Ho letto le prime tre pagine del racconto che mi ha inviato. Lei deve scrivere”. Intendendo con ciò che De Silva, avvocato, smettesse di fare qualunque altra cosa per dedicarsi alla letteratura. Pontiggia amava scoprire nuove voci ed era illuminante quanto severo nei suoi consigli: “mai scrivere gratis“, innanzitutto. Mai svilire il lavoro letterario. Misurato, attento a smontare i più triti luoghi comuni, insisteva sul fatto che “il sapere non si può trasmettere“, ma si può trasmettere una passione. La passione, viva e attiva, per la conoscenza. E una delle passioni di Pontiggia naturalmente erano i libri, anche antichi e rari, che “non prestava mai”, acquistati maniacalmente nel corso di una vita (il Fondo Pontiggia ne conta oltre 36.000). Perché è fondamentale – rispondeva alla stupidità del “ma li legge tutti?” – sfogliarli, entrare in contatto anche solo con una piccola porzione di testo. L’incontro, però, nel complesso è un po’ deludente. Poca sostanza, mentre ci sarebbe stato ben altro da sottolineare.

terry-brooksQuasi in contemporanea, alle 11:30, il mitico decano del fantasy Terry Brooks incontra i suoi fan. Il grosso tendone di Palazzo San Sebastiano è quasi pieno, quando Chiara Codecà introduce l’autore. Dal 1977, in cui uscì The Sword of Shannara (La spada di Shannara, Mondadori, 1978), Terry ha pubblicato decine di libri. Per chi abbia letto “qualche” titolo della saga, vedere “dal vivo” il “demiurgo” delle Quattro Terre è uno shock semi-religioso. Il quasi settantenne Brooks (1944) è più che energico: capelli a spazzola, camicia verde militare, un’ironia affilata e un po’ boriosa che fa molto USA. Brooks risponde a domande classiche: dai rapporti con l’editore Lester del Rey, che per primo investì su Shannara, ai progetti in cantiere nei prossimi anni. Discute del genere fantasy, dei cambiamenti del mercato, accenna al rapporto tra originalità e modelli. Rivela che presto concluderà la fluviale saga di Shannara, riservandosi però di ritornarvi in seguito, con prequel o spin-off. I veri appassionati esultano sentendo che la tanto sospirata trasposizione per lo schermo sarà presto realtà. shan1Una serie televisiva tratta da Le pietre magiche di Shannara, e un film dedicato alla saga di Landover. Terry “spera in un miracolo“, perché conosce le insidie dello schermo: tolti Il signore degli anelli e Harry Potter, la storia del fantasy trasposto per cinema o TV non brilla per capolavori. Più che un visionario, Terry Brooks sembra un professionista: e questa aria da gran lavoratore, un po’ cinico un po’ consapevole della sua bravura, sorprende in positivo. Nell’ultima parte dell’incontro scherza con le domande del pubblico: risponde e non risponde, si beffa dei fan, specie di quelli che tentano di farlo parlare dei libri, vecchi e nuovi. Alla domanda “qual è il suo preferito? e quale secondo lei il peggiore che ha scritto?” spiega che i libri sono come i suoi figli, e quindi non può scegliere. A quella “che attore vedrebbe nella parte di Allanon” (il misterioso druido del Ciclo di Shannara) risponde “Non Justin Bieber.” Alla fine si alza per gli autografi; è ancora lucido e vispo, di sicuro non smetterà di far sognare nuove e vecchie generazioni di lettori.

BLOGGERS-VS-BLOGGER-front.jpgAlle 18 siamo invitati a partecipare al contest letterario Blogger vs Blogger – Sfida all’ultimo libro, organizzato da Finzioni e inserito nel progetto denominato The reading circle, che vuole essere “una sorta di celebrazione della lettura non soltanto come esperienza solitaria, ma anche come momento di condivisione”. Un modo simpatico e leggero per metterci alla prova attraverso quattro serratissime (e sudatissime!) prove. La Balena Bianca parte male con la prima prova mediata dagli amici di 20lines. Inconvenienti tecnici ci lasciano a guardare gli altri blogger diteggiare furiosamente il loro incipit di 20 righe nei 10 minuti prestabiliti, ma ci rifacciamo subito con la seconda prova, l’imprescindibile arte della valutazione del peso dei libri (in grammi…), da cui usciamo vincitori, bissando il successo (ahinoi!) con il Gioco dell’Ignoranza. Nel finale siamo travolti dal caldo mantovano e dalla sete, ma l’occasione è buona per proseguire con una bella chiacchierata ai tavoli di un bar come ci piace fare in queste occasioni mondane.

Un’altra giornata è finita…la ciurma, ormai dispersa e sfaldata da necessità logistiche, è pronta a continuare la sua avventura al Festival!